25 Aprile al Lazzaretto Autogestito - Sfrigoli contro marziali by Collettiva Bakkano

✺ Frequenze di tekno dura per tempi duri, bass music anti spec, sbrodolature industriali dalla local bakkano crew
✺ Area decompressione e riduzione del danno con il Lab57
✺ Se non ti senti a tuo agio o vuoi segnalare un atteggiamento discriminatorio sentiti liber3 di riferirlo al bar o all'entrata. Ogni atteggiamento omolesbobitransfobico o razzista non verrà tollerato. NO MACHI NO FASCI NO SBIRRI
✺ Il lazzaretto è uno spazio autogestito, non un locale: supportiamo e non deleghiamo
Oggi cadono i veli della falsa contrapposizione fra democrazie e totalitarismo, perchè ci sentiamo tremare la terra sotto i piedi. Gli ordini di marcia risuonano da tutte le parti. L’aria è irrespirabile, la terra brucia e le nostre vite sono sature di allarmi. L’unico modo per non essere colpiti è muovendosi nella cornice asfissiante che ci viene designata; quella del lavoro e del consumo. Ci viene intimato di dimenticarci di ogni forma di empatia e reciprocità, di chiudere gli occhi e rinchiuderci alla lontana da ogni forma di solidarietà sociale e di resistenza.
Disertiamo dalle meccaniche e dalle logiche del sacrificio, della militarizzazione, dello sfruttamento sistemico mascherato da lavoro e opportunità. Disertiamo il consumo, il ricatto della performance, il ciclo produttivo e riproduttivo, le identità stringenti.
Nel mentre che l’antifascismo operato dall’arco istituzionale è sterilizzato, bisognerebbe interrogarsi sul senso di riportare la memoria dei campi di sterminio, senza chiedersi ipocritamente come sia potuto succedere, ma incentrandosi su quale siano le strutture che portano all'accettare che la vita umana perdi completamente dignità e diritti. è importante portare alla luce il "continuum di violenza" tra i crimini di guerra e i crimini in tempo di pace e riconoscere la capacità umana di ridurre gli altri a non-persone, a mostri, a cose.
Chi decide quando una vita è degna di essere vissuta e quando può essere lasciata morire? Quando può essere abbandonata al suicidio, a una morte violenta in carcere?
All'antifascismo istituzionale oggi più che mai mancano dei pezzi, è decadente, puzza di morte. É sordo alle atrocità compiute dell’aggressione genocida sulla Striscia di Gaza e repressivo nei confronti dellx compagni che portano le voci della resistenza palestinese. É sordo ai fatti che accadono giornalmente nelle carceri, dove lx detenutx vivono in un continuo stato di abbandono e umiliazione, ai CPR, i lager di stato dove viene negato alle persone in movimento la propria integrità e libertà, costretti alla morsa tra la detenzione e il rimpatrio. Un antifascismo che nega i diritti a civili in guerra, persone in fuga, persone in carcere, giustificandone la violenza come un perenne "stato di emergenza" rilegato alle soggettività marginalizzate, non puo essere considerato antifascismo.
Scegliamo quindi di prenderci spazio, creando crepe nell'oppressione sistemica, creando immaginari alternativi. Scegliamo di insinuarci e pervadere, per avere la possibilità di tessere comunità in cui è possibile contarsi e riconoscersi, rimettere in circolo la voce, l'ascolto, la rabbia e il desiderio. Contro la deriva nazi-fascista e l'imminente stato di polizia imposto dal Decreto Sicurezza, che trasforma la protesta in reato e il dissenso in crimine. Scegliamo di non sguazzare nei soprusi che avvengono in ogni apparato dello Stato, di non cedere all’assuefazione né al silenzio complice, ma di creare spazi vivi, dove la cura sia azione politica.